Lettera di Aurelio ai fratelli italiani, 10 dicembre 2017

Carissimi fratelli,

sono stato molto contento di aver condiviso con voi, fratelli della fraternità sacerdotale italiana, e i fratelli di Jesus Caritas di Sassovivo e Limiti, alcuni giorni di ritiro, di assemblea e di vita fraterna nel silenzio, nella preghiera e nel riposo… tutto concorre al bene del mio cuore pieno di gioia per l’accoglienza riservatami da parte di tutti.

Innanzitutto a Roma Andrea MANDONICO mi ha accolto come fratello e mi ha ospitato presso la casa delle Missioni Africane. Poi mi ha accompagnato alla casa di Giovanni, in Salci, con il quale sono andato a Loreto. Anche al rientro Andrea mi ha riaccompagnato all’aeroporto. A Loreto ho incontrato i fratelli italiani: che gioia grande ritornare ad incontrare gente così buona e aver potuto conoscerne altri ancora. I fratelli di Jesus Caritas mi hanno accolto nell’Abazia di Sassovivo come un fratello in più… A Sassovivo sono andato con Francesco e insieme abbiamo visitato nel cimitero di Spello la tomba di Carlo CARRETO. E’ stato un tempo contemplativo che ancora rivive nel mio cuore. Per me tutto è stato un grande dono che non merito.

Grazie a tutti voi per lo stile di vicinanza, stile mediterraneo, così simile al nostro spagnolo. Grazie per avermi trattato come fratello.

Ho sofferto per l’assenza di Gianantonio. Con lui ho avuto un ottimo scambio fraterno tutti i giorni attraverso gli strumenti mediatici a disposizione. Ancora mi comunico spesso con lui e accompagno ogni suo momento, il suo Nazaret.

Del ritiro mi porto la testimonianza del nostro fratello vescovo Giuseppe ANFOSSI e dei fratelli più anziani della fraternità che seguono le orme di fratel Carlo de FOUCAULD, come quelle di Gesù, nella vita quotidiana e nel loro instancabile lavoro per il Regno.

Voglio ringraziare Secondo per il suo costante impegno nella fraternità italiana come responsabile in tutti questi anni; grazie, Secondo, per essere così come sei, per la tua trasparenza e servizio generoso, per la tua pazienza e per essere fratello di coloro che pongono fiducia in te. Grazie anche a Gigi TOMA, per aver accettato il servizio alla fraternità come nuovo responsabile dell’Italia. Sono certo che non ti mancherà l’appoggio e l’aiuto di tutti nei prossimi sei anni. In particolare la sfida di organizzare il Mese di Nazaret, un tempo di grazia molto proficuo per i fratelli che vi parteciperanno. Altro impegno assunto è quello di intensificare le relazioni con i sacerdoti dell’Albania, se Dio vuole, sarà tra gli obiettivi in questo spazio di amore fraterno e lavoro gratuito e disinteressato. Avanti con tua dedizione: sai che hai il sostegno della fraternità internazionale.

Nei giorni trascorsi a Loreto ho costato l’importanza e l’attualità del messaggio e del cammino di fratel Carlo. Nel giorno di deserto mi sono sentito pellegrino insieme a voi. Avrei preferito un silenzio completo dalla notte anteriore, ma rispetto il ritmo della maggioranza: siamo preti diocesani e non monaci di clausura. Ma sarebbe bene organizzare un deserto di quasi 24 ore, in cui il silenzio e il non fare nulla ci aiutino a lasciarci incontrare dal Signore.

Mi è piaciuta moltissimo la testimonianza e il servizio dei fratelli diaconi, Michele e Sergio; non solo per i loro servizi nell’eucarestia, ma soprattutto per i loro contributi, la loro vita come padri di famiglia e lavoratori nella vita. Grazie per il vostro grande contributo per il Regno a partire dalla vostra vocazione di cristiani consacrati nella vita matrimoniale e nella Chiesa. La fraternità è sempre aperta a coloro che incontrano nel fratel Carlo un referente per la propria vita, non solo spiritualmente, ma anche nel lavoro e nella propria famiglia. Questo ci arricchisce tutti e ci libera dal clericalismo che a volte ci può convertire in una ‘casta’ speciale tra gli uomini e le donne delle nostre parrocchie e comunità.

Il mio incontro a Limiti e Sassovivo con i fratelli di Jesus Caritas, con una accoglienza fraterna e familiare, mi ha permesso di conoscere questa congregazione dal di dentro. Fino a questo momento conoscevo soltanto Piero e Giovanni Marco; ora ho avuto l’opportunità di passare un pò di tempo con Giancarlo, Leonardo, Wilfried, Paolo Maria e Jhonatan. Mi hanno accolto come uno di famiglia e ho avuto la possibilità di pregare con loro, celebrare nella parrocchia di Limiti l’eucaristia domenicale con Piero. Avevo un grandissimo desiderio di tornare ad incontrarlo. E’ stata una grande gioia per lui e specialmente per me. Ho potuto dedicare molto tempo alla preghiera nell’Abbadia di Sassovivo e contemplare la bellezza della montagna che la circonda. Come con i fratelli della fraternità italiana così anche con questi fratelli di Jesus Caritas ho assaporato Nazaret e lo stile missionario e di servizio alla Chiesa sulle tracce di Carlo de FOUCAULD. Grazie a tutti di cuore. Grazie perchè so che in tanta gente c’è tanto amore che mi fa sentire figlio di Dio e fratello di tutti.

Un grande abraccio.

Aurelio SANZ BAEZA, fratello responsabile

Perín, Cartagena, Spagna, 10 diciembre 2017,
seconda domenica d’Avvento e festa della Madonna di Loreto

(E grazie, caro Mario MORICONI, per la traduzione italiana)

PDF: Lettera di Aurelio ai fratelli italiani, 10 dicembre 2017

Eliminar Deus, José Inácio do VALE

Papa Francisco pede resistência perante “colonizações culturais” que querem eliminar Deus.

O cristão deve dar testemunho diante das “colonizações ideológicas e culturais” que são autênticas blasfémias e suscitam perseguições, ao mesmo tempo em que procuram erradicar as tradições e a fé, frisou o papa.

As “novidades” que se introduzem nas sociedades chegam a considerar normal “matar as crianças” ou perpetrar “genocídios” para “eliminar as diferenças”, com o propósito de serem “modernas”, apontou Francisco na missa a que presidiu, no Vaticano, 21/11/2017.

A “modernidade” é uma verdadeira colonização cultural, uma verdadeira colonização ideológica. É por isso, prosseguiu Francisco, que “para defender a história, para defender a fidelidade do povo, para defender as tradições, as verdadeiras tradições, as boas tradições do povo, se erguem resistências”. Não temos de ir muito longe para ver alguns exemplos: pensemos nos genocídios do século passado, que eram um fenómeno cultural, novo: “Todos iguais, e estes que não têm o sangue puro são postos fora… Todos iguais, não há lugar para as diferenças, não há lugar para os outros, não há lugar para Deus”, afirmou.

“As colonizações ideológicas e culturais só olham para o presente, renegam o passado e não olham para o futuro: vivem no momento, não no tempo, e por isso não podem prometer-nos nada”. Ao insistirem em “fazer todos iguais e eliminar as diferenças, cometem o pecado tremendo de blasfémia contra o Deus criador”, pelo que “de cada vez que chega uma colonização cultural e ideológica peca-se contra Deus criador porque se quer mudar a criação como Ele a fez”.

Contra este fenômeno que aconteceu tantas vezes ao longo da história só há um remédio: o testemunho, isto é, o martírio. Há alguns, como Eleazar (2 Macabeus 6, 18-31), que dão o testemunho da vida, pensando no futuro, na herança que darão com o exemplo.

Na maior parte dos casos o testemunho de vida: eu vivo assim, sim, dialogo com aqueles que pensam de outra maneira, mas o meu testemunho é assim, segundo a lei de Deus, segundo aquilo que Deus me ofereceu, apontou. “Que este exemplo nos ajude nos momentos talvez de confusão perante as colonizações culturais e espirituais que nos são propostas, concluiu o papa Francisco”.

O célebre teólogo Papa Bento XVI já falava muito do perigo da ditadura do relativismo. E o que seria? Uma mentalidade, uma cultura sem Deus, que vai se impondo no mundo, que quer expulsá-Lo do mundo, e que diz o seguinte: Não existe a verdade. A verdade, cada um faz a sua. Se aquilo é bom para você, então é uma verdade para você.

“Se Deus não existe, tudo é permitido” do romance Os irmãos Karamazov, do grande filosofo russo Fiódor Dostoiévski.

Se “tudo é permitido” as mais cruéis incompatibilidades são resolvidas com a eliminação dos fracos e dos indesejados.

Eis aqui nossa resistência contra a cultura de morte e a nossa luta pela dignidade da pessoa humana.

Dr. Frei Inácio José do Vale
Professor e Conferencista
Trabalha como Psicanalista Clínico na Associação Espaço Vida-Cidade de Goiás/GO
Fraternidade Sacerdotal Jesus Cáritas
Frade da Fraternidade de Charles de Foucauld

Fontes:

http://snpcultura.org/papa_pede_resistencia_perante_colonizacoes_culturais_que_querem_eliminar_Deus.html

http://pt.radiovaticana.va/news/2017/11/21/papa_coloniza%C3%A7%C3%A3o_cultural_ou_ideol%C3%B3gica_n%C3%A3o_tolera_diferen%C3%A7/1350317

Carta de Advento 2017, irmâo responsável

Queridos irmãos,

o Advento nos aproxima nestes quatro domingos próximos a Jesus pequeno e frágil. Este Jesus que nasce na esperança de muita gente por um mundo melhor, mais humano, onde os homens e mulheres gozem de seus direitos. Um mundo necessitado de diálogo, de igualdade. Francisco nos anima em suas mensagens a sair de estruturas opressoras, dentro e fora da Igreja, e abrir-nos á mensagem de Jesus feito homem nas diversas formas culturais e sociais.

O irmão Carlos, cuja festa celebramos o 1 de dezembro, 101 anos após a sua Páscoa, é uma de nossas referências para, desde Nazaré, abrir-nos ao mundo, frente a uma longa lista de injustiças que se mantêm desde os interesses dos poderosos. As máfias do narcotráfico, dos seres humanos, a ameaça nuclear, os fundamentalismos políticos, as causas do câmbio climático, o terrorismo… e tantos contra-adornos de Natal que nos envergonham, mas que continuam estando presentes no quotidiano. Quando se manipula a informação, a consciência; quando se intenta a costa de vidas humanas ganhar poder, dinheiro, enganar os povos… Creio que todos sabemos dizer não a tudo isso, mas faz parte de nossa missão ajudar os outros a ser consequentes com a fe e o Evangelho. Que nossa oração, pastoral e missão, que nascem do amor ao Senhor e ao próximo, como nos anima Carlos de FOUCAULD, estejam na linha do trabalho pelo Reino neste Advento, onde os pobres nos ensinam a compartir o pequeno e insignificante.

Vivemos com dor as perdas de Félix, nosso irmão de Madagascar, Howie, de Estados Unidos –dos quais fizemos referência em nosso site iesuscaritas.org- e Dominic, de Myanmar. Outros hermanos também celebraram sua Páscoa. Todos eles nos ensinaram com sua fidelidade ao Evangelho e á fraternidade que merece a pena ser seguidor de Jesus.

Á norte de Félix, membro da equipe internacional e responsável africano, a equipe designou Honoré SAWADOGO, de Burkina Faso, para ocupar seu lugar e responsabilidade. O acolheremos em nosso próximo encontro como equipe em Bangalore, Índia, em janeiro de 2018, preparando a Assembleia Geral de janeiro de 2019. Honoré, Jean-François, Mark, Emmanuel, Mauricio e eu trabalharemos por fazer possível uma assembleia onde estejam representados todos os irmãos do mundo, suas inquietudes, as realidades das fraternidades, os chamamentos a ser fieis a nossa opção pelo caminho de Jesus como missionários e presbíteros diocesanos, no carisma do irmão Carlos. Espero ainda de alguns países as respostas ao questionário prévio á assembleia. O questionário está de maneira permanente em nosso site de Internet. Obrigado. Isto vai facilitar nosso trabalho em Bangalore.

Em abril vivi com muita alegria nosso encontro de responsáveis e delegados da Família Espiritual de Carlos de FOUCAULD em Aquisgrão, Alemanha. Compartimos a realidade de ser irmãos e irmãs marcados por um estilo de Igreja em comunhão com Francisco, com as dificuldades de ser seres humanos imperfeitos, mas abertos á mudança pessoal e comunitária face aos desafios de nossas sociedades, dos problemas dos homens, com a alegria de saber que não estamos sós nesta missão. Nos sentimos e somos família, e nossa fraternidade sacerdotal comparte em muitos lugares do mundo a vida y proximidade das outras fraternidades no carisma do irmão Carlos.

A fraternidade da Argentina celebrou em junho seu retiro anual. Tive a alegria de participar nele e compartir com bastantes irmãos sua pastoral, a profundidade de suas vidas e seu empenhamento com seu povo e suas comunidades. Só tenho palavras de agradecimento por tudo o que o Senhor faz a través destes irmãos e a proximidade e fraternidade que tiveram comigo. José María BALIÑA, bispo auxiliar de Buenos Aires, nos ajudou a aprofundar a través da Palavra de Deus em nossas vidas e nossa missão. (Ver Carta de Aurélio á fraternidade de Argentina, em nosso site, arquivos de agosto 2017)

Também as fraternidades de Estados Unidos celebraram em julho sua assembleia em Camarillo, Califórnia. Nosso irmão Fernando TAPIA, responsável pan-americano, animou o encontro. Jerry RAGAN, nosso querido “Hap”, foi reeleito como responsável nacional. (Letter from Camarillo, em agosto 2017, em nosso site) Com muita alegria constata-se a proximidade das diversas fraternidades de toda América, especialmente na preparação que se está a fazer para a II Assembleia Pan-americana, em fevereiro 2018, na República Dominicana, com a coordenação de Fernando e os irmãos do Caribe Mártires e Abraham. A nova fraternidade de Haiti vai estar presente. Benvindos, Jonas e irmãos haitianos.

Nossos irmãos de México tiveram o Mês de Nazaré por primeira vez em julho e agosto, animados também por Fernando, perto de Puebla. A experiência foi uma semente de autêntica fraternidade neste país onde a fraternidade cresce e se enriquece com irmãos sacerdotes muito comprometidos social e pastoralmente com seu povo. Aprecia-se o trabalho de Nacho, anterior responsável, sua dedicação incansável á fraternidade, e atualmente o trabalho de José RENTERÍA. Obrigado por ser como sois. Podem ver um amplo pdf com o reporto do Mês de Nazaré também em nosso site.

Em julho celebramos nossa assembleia europeia da fraternidade em Rudy, Polónia. Na Carta de Rudy tendes um amplo resumo das aportes das fraternidades de Europa, resultado de nosso trabalho coordenado por John Mc`EVOY, da Irlanda, nosso responsável europeu, e os irmãos polacos, especialmente Andrzej e Rafael, que fizeram um grande esforço por acolher-nos, dar-nos calor humano, e oferecer-nos nas paróquias durante o fim de semana sua hospitalidade e o contato com a gente. Elegemos Kuno KHON, de Alemanha, como novo responsável da fraternidade em Europa, até á próxima assembleia na Inglaterra, em 2020. Aparecem-nos muitos chamamentos ante uma Igreja europeia que envelhece, numa sociedade cada vez mais dessacralizada e laicista, e com uma demografia cambiante y dependente do grande número de imigrantes e refugiados. Estes não devem ficar fora de nossa missão.

Nosso irmão Jean-Michel BORTHEIRIE animou o retiro da fraternidade de Chad, em Bakara, no mês de agosto, e com grande alegria partilhou comigo esta experiência africana de fraternidade. Ele é bom conhecedor da realidade da África por seu trabalho missionário no continente. A fraternidade de Chad cresce e Corentin se esforça por coordenar como responsável os encontros, com grandes dificuldades pelas distâncias, como acontece em muitos países onde os irmãos se veem obrigados a viajar muito tempo para encontrar-se. Obrigado, porque este esforço faz possível também a fraternidade.

A fraternidade espanhola tivemos nosso retiro de verão na última semana de agosto, em Galapagar, Madrid, com os aportes de nosso irmão Mateo CLARES sobre as linhas de espiritualidade e missão de Carlos de FOUCAULD. A adoração, a revisão de vida, o deserto e uma tarde de assembleia, coordenados por nosso responsável Leonardo, sintonizaram-nos o coração e ajudaram-nos a aprofundar em nossas vidas.

Os irmãos do Chile celebraram seu retiro e assembleia estes últimos dias, animados por Matías VALENZUELA, missionário dos Sagrados Corações, especialista em temas de Carlos de FOUCAULD. Que alegria ver de novo o nosso Mariano PUGA nesta foto de família! Ele e outros irmãos “históricos” cuja idade e experiência nos dão um testemunho vivo de seguimento de Jesus e de pastores e missionários, reflexando com suas vidas que Deus os ama e que dão tudo por Ele.

Nesta semana passada realizou-se em Paquistão a Semana de Espiritualidade da Ásia, centrada na mensagem de Carlos de FOUCAULD, com a participação de irmãos de quase todas as fraternidades asiáticas, e a coordenação de Arthur, responsável da Ásia, e Emmanuel, de nossa equipe internacional. Em breve espero oferecer um resumo e informação deles em nosso site da fraternidade.

E hoje viajo para Itália para participar no retiro e assembleia dos irmãos italianos em Loreto. Secondo MARTIN finaliza sua tarefa como responsável e é preciso eleger um novo irmão. Teremos em nosso coração sempre presente Giuseppe COLAVERO, nosso grande lutador pela fraternidade e pelos mais abandonados. Também Giovanni, o velho irmão querido por todos.

Levemos em nossa oração os nossos irmãos doentes. Penso especialmente em Aquileo, de México, que vai ser operado após um acidente; em Gianantonio, da Itália; em alguns dos irmãos da Espanha mais próximos, com suas dificuldades pela saúde. Eles são a presença de Jesus, que esteve sempre ao lado dos doridos. Nossa oração também pelos irmãos em países com problemas de instabilidade política, segurança, terrorismo, máfias, etc. Com eles e por seus povos peçamos que Jesus nasça nos seres humanos que não têm as facilidades que outros temos para viver. É um dos propósitos, como fraternidade, que podemos ter neste Advento.

Perdoai esta longa Carta de Advento, que parece antes um álbum de família e notícias. Faço-o com carinho, para que conheçamos os rostos dos irmãos no mundo, suas alegrias, suas preocupações.

Bom Advento a todos com a esperança que o trabalho aqui ou lá, na missão, nos bairros, os hospitais, as cadeias, as paróquias, o trabalho manual, os excluídos por sua condição, seja tudo para glória de Deus e para construir um mundo de irmãos.

Um grande abraço.

Aurelio SANZ BAEZA, irmão responsável

Perín, Cartagena, Múrcia, Espanha, 19 de novembro 2017,
Jornada Mundial dos Pobres, promovida por nosso papa Francisco

(Muito obrigado, irmãzinha Josefa, para a tradução)

PDF: Carta de Advento 2017, irmâo responsável, port

Inácio José do VALE: Eucaristia, centro da vida da Igreja

A Eucaristia constitui o cume para o qual convergem todos os outros sacramentos em ordem ao crescimento espiritual de cada um dos crentes e de toda a Igreja. Neste sentido, o Concílio Vaticano II afirma que a Eucaristia é «fonte e centro de toda a vida cristã», o centro da vida da Igreja. Todos os outros sacramentos e todas as obras da Igreja ordenam-se à Eucaristia porque o seu fim é conduzir os fiéis à união com Cristo, presente neste sacramento (cf. Catecismo, 1324).

Por que será que costumamos associar “Eucaristia” com “Hóstia”?

O termo eucaristia significa ação de graças, e remete para as palavras de Jesus Cristo na Última Ceia: «Tomou, então, o pão e, depois de dar graças [quer dizer, pronunciou uma oração eucarística e de louvor a Deus Pai], partiu-o e distribuiu-o por eles, dizendo…» (Lc 22, 19; cf. 1 Cor 11, 24).

A palavra “Hóstia” vem do latim. Em latim, “hóstia” é praticamente sinônimo de “vítima”. Ao animal sacrificado em honra dos deuses, à vítima oferecida em sacrifício à divindade, os romanos (que falavam latim) chamavam de “hóstia”. Ao soldado tombado na guerra vítima da agressão inimiga, defendendo o imperador e a pátria, chamavam de “hóstia”.

Originariamente era o animal imolado ao sacrifício. Na Antiguidade, segundo alguns historiadores, chamava-se Hóstias ao ser que se oferecia a uma divindade, nos ofícios religiosos. Na Grécia antiga, o cordeiro era o animal ou a hóstia que se costumava imolar em honra aos deuses. Mais tarde, após o sacrifício de Jesus Cristo em Jerusalém, a Igreja Cristã teve a ideia de aplicar o termo Hóstia a Jesus, que se deixou imolar para a salvação dos homens. Passou então, Jesus Cristo a ser a vítima (Hóstia) que se sacrificou pela humanidade.

Ligada à palavra “hóstia” está à palavra latina “hóstis”, que significa: “o inimigo”. Daí vem a palavra “hostil” (agressivo, ameaçador, inimigo), “hostilizar” (agredir, provocar, ameaçar). E a vítima fatal de uma agressão, por conseguinte, é uma “hóstia”.

Então, aconteceu o seguinte: O cristianismo, ao entrar em contato com a cultura latina, agregou no seu linguajar teológico e litúrgico a palavra “hóstia”, exatamente para referir-se à maior “vítima” fatal da agressão humana: Cristo morto e ressuscitado. Os cristãos adotaram a palavra “hóstia” para referir-se ao Cordeiro imolado (vitimado) e, ao mesmo tempo ressuscitado, presente no memorial eucarístico.

Quando falamos em “hóstia”, devemos pensar na “vítima pascal”, pensamos na morte de Jesus Cristo e sua ressurreição, pensamos no mistério pascal. Hóstia é para nós: a morte do Senhor e sua ressurreição, sua total entrega por nós, presente no pão e no vinho consagrados. Por isso que, após a invocação do Espírito Santo sobre o pão e o vinho e a narração da última ceia do Senhor, na missa, toda a assembleia canta: “Anunciamos, Senhor, a vossa morte, proclamamos a vossa ressurreição. Vinde, Senhor Jesus”.

Audiência: missa não é espetáculo para foto, é o encontro com Cristo

Cidade do Vaticano (RV) – A Praça S. Pedro acolheu milhares de fiéis para a Audiência Geral desta quarta-feira ensolarada de outono (08/11/2017) no Vaticano.

Após saudar os peregrinos de papamóvel, ao se dirigir a eles o Papa Francisco anunciou um novo ciclo de catequeses depois concluir na semana passada a série sobre a esperança.

A partir de agora, o tema será dedicado ao “coração” da Igreja, isto é, a Eucaristia. Para Francisco, é fundamental que os cristãos compreendam bem o valor e o significado da missa, para viver sempre mais plenamente a relação com Deus.

“Não podemos esquecer o grande número de cristãos que, no mundo inteiro, em 2000 anos de história, resistiram até a morte para defender a Eucaristia; e quantos, ainda hoje, arriscam a vida para participar da missa dominical.”

De fato, Jesus diz aos seus discípulos: “Se não comerdes a carne do Filho do homem, e não beberdes o seu sangue, não tereis vida em vós mesmos. Quem come a minha carne e bebe o meu sangue tem a vida eterna, e eu o ressuscitarei no último dia. (João 6,53-54)”.

O Papa então manifestou o desejo de dedicar as próximas catequeses para responder a algumas perguntas importantes sobre a Eucaristia e a Missa, para redescobrir, ou descobrir, como a fé resplende o amor de Deus através deste mistério.

Francisco citou o Concílio Vaticano II, que promoveu uma adequada renovação da Liturgia para conduzir os cristãos a compreenderem a grandeza da fé e a beleza do encontro com Cristo. Um tema central que os padres conciliares destacaram foi à formação litúrgica dos fiéis, indispensável para uma verdadeira renovação.

“E esta é justamente a finalidade do clico de catequeses que hoje iniciamos: crescer no conhecimento do grande dom que Deus nos doou na Eucaristia.”

A Eucaristia, explicou o Papa, é um acontecimento “maravilhoso”, no qual Jesus Cristo, nossa vida, se faz presente. “Participar da missa é viver outra vez a paixão e a morte redentora do Senhor”. É uma teofania: o Senhor se faz presente no altar para ser oferecido ao Pai para a salvação do mundo.

“O Senhor está ali conosco, presente. Mas muitas vezes, nós vamos lá, conversamos enquanto o sacerdote celebra a eucaristia, mas não celebramos com ele. Mas é o Senhor. Se hoje viesse aqui o presidente da República, ou uma pessoa muito importante, certamente todos ficaríamos perto dele para saudá-lo. Quando vamos à missa, ali está o Senhor. Mas estamos distraídos. Mas, padre, as missas são chatas. A missa não, os sacerdotes! Então eles devem se converter.

O Pontífice fez algumas perguntas às quais pretende responder como, por exemplo: por que se faz o sinal da cruz e o ato penitencial no início da missa? “Vocês já viram como as crianças fazem o sinal da cruz? Não se sabe bem o que é se é um desenho… É importante ensinar as crianças a fazerem o sinal da cruz, pois assim tem início à missa, a vida, o dia.”

E as leituras, qual o seu significado? Ou por que, a certo ponto, o sacerdote diz ‘corações ao alto? “Ele não diz celulares ao alto para tirar foto! Não! Fico triste quando celebro e vejo muitos fiéis com os celulares ao alto. Não só os fiéis, mas também sacerdotes e até bispos. A missa não é espetáculo, é ir ao encontro da paixão e ressurreição do Senhor. Lembrem-se: chega de celulares.

“Através dessas catequeses, concluiu o Papa, gostaria de redescobrir com vocês a beleza que se esconde na celebração eucarística e que, quando desvelada, dá pleno sentido à vida de cada um de nós. Que Nossa Senhora nos acompanhe nesta nova etapa do percurso.”

Sobre a Santa Missa

Santo Inácio de Antioquia

“Esforçai-vos, portanto, por vos reunir mais frequentemente, para celebrar a Eucaristia de Deus e o seu louvor. Pois quando realizais frequentes reuniões, são aniquiladas as forças de Satanás e se desfaz seu malefício por vossa união na fé”.

São João Crisóstomo

“A Eucaristia dá-nos uma grande inclinação para a virtude, uma grande paz e torna mais fácil o caminho para a santificação”.

São Bernardo de Claraval

“Fica sabendo, ó cristão, que mais se merece assistir devotamente uma só Missa (na igreja), do que distribuir todas as riquezas aos pobres e peregrinar toda a Terra”.

São Tomás de Aquino

“O martírio não é nada em comparação com a Santa Missa. Pelo martírio, o homem oferece à Deus a sua vida; na Santa Missa, porém, Deus dá o seu Corpo e o seu Sangue em sacrifício para os homens. Se o homem reconhecesse devidamente esse mistério, morreria de amor. A Eucaristia é o milagre supremo do Salvador; é o Dom soberano do Seu amor.”

São João Maria Vianney

“Agradeçamos, pois, ao Divino Salvador por Ter nos deixado este meio infalível de atrair sobre nós as ondas da divina misericórdia. A Santa Missa é uma embaixada à Santíssima Trindade; de inestimável valor; é o próprio Filho de Deus que a oferece.”

Santo Agostinho

“Na hora da morte, as Missas à que houveres assistido serão a tua maior consolação. Um dos fins da Santa Missa, é alcançar para ti o perdão dos teus pecados. Em cada Missa, pode diminuir a pena temporal devida aos teus pecados, pena essa que será diminuída na proporção do teu fervor’.

São Francisco de Assis

“Sinto-me abrasado de amor até o mais íntimo do coração pelo santo e admirável Sacramento da Santa Eucaristia e deslumbrado por essa clemência tão caridosa de Nosso Senhor, a ponto de considerar grave falta, para quem, podendo assistir a uma Missa, não o faz.”

São Jerônimo

“Nosso Senhor Jesus Cristo nos concede tudo o que Lhe pedimos na Santa Missa; e o que mais vale é que nos dá ainda o que nem sequer cogitamos pedir-Lhe e que, entretanto, nos é necessário. Cada Santa Missa a que assistires, alcançar-te-á, no Céu, maior grau de glória.”

Santa Teresinha do Menino Jesus

“Não é para ficar numa âmbula de ouro, que Jesus desce cada dia do céu, mas para encontrar um outro céu, o da nossa alma, onde ele encontra as sua delícias”.

Conclusão

A eucaristia não é show e nem espetacularização para multidões, não é ideologia partidária para ações políticas, não é exibição para elite das colunas sociais, não é agregação cultural sectária e nem tão pouco um culto individualista com retorno capitalista.

Afirmou o Bem-aventurado Charles de Foucauld: “A Eucaristia é Deus conosco, é Deus em nós, é Deus que se dá perenemente a nós, para amar, adorar, abraçar e possuir”.

Sobre o sacerdote ele disse: “O sacerdote é um ostensório, seu dever é mostrar Jesus. Ele tem de desaparecer para deixar que só se veja Jesus…”.

Já pela eucaristia vivemos a celestialidade, adoração a Santíssima Trindade e as delícias de louvores da corte angelical.

Frei Inácio José do Vale
Professor e Conferencista
Irmãozinho da Fraternidade de Charles de Foucauld
E-mail: pe.inacio.jose@gmail.com

Fontes:

http://br.radiovaticana.va/news/2016/05/26/papa_eucaristia,_centro_e_forma_da_vida_da_igreja/1232722

http://girototal1.blogspot.com.br/2015/11/origem-da-hostia-consagrada.html

http://cleofas.com.br/o-que-os-santos-disseram-da-eucaristia-e-da-missa/