Respirare a pieni polmoni una rinnovata quotidianità
Carissimi,
anche quest’anno, come quello passato, siamo entrati a Gerusalemme attraverso la porta stretta della prova, della sofferenza, della fragilità, della precarietà. Quello che è importante però è aver fatto l’ingresso nella città santa con Gesù, perché il farci precedere da Lui, buon pastore dell’umanità, apre i nostri passi al cammino della speranza. Speranza che per noi cristiani ha un volto ed un nome: Gesù, il Crocifisso e Risorto. Gli apostoli nel vedere Gesù Risorto sono sconvolti e pieni di paura e credono di vedere un fantasma.
Gesù risponde loro: «Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho» (Lc 24,39).
Quanti fantasmi, quante allucinazioni, quante apparenze abitano a volte la nostra mente e le nostre città. Si avverte la necessità di un percorso d’igiene mentale e di un itinerario di autenticità per guardarsi negli occhi, aprirsi alla fraternità avendo come riferimento la giustizia, perché possa fiorire la pace.
Nel cenacolo il gorgogliare dell’acqua nel catino, i piedi degli apostoli lavati, asciugati, baciati dal Maestro, sono il segno di un’umanità nuova, la cui cifra è nel prendersi cura, nel servire. Questa è la bellezza di Gesù, del Vangelo: un cuore puro capace di amare, fino al dono totale sul legno della croce.
Gerusalemme era a quel tempo come sono oggi le nostre città, popolata di fantasmi: una religione posseduta dagli uomini, impossibilitata a salvare perché avvolta da legalismi, una politica dominata dagli interessi del potere, sia quelli dell’impero romano che quelli locali.
La città santa non riconosce e non accoglie Gesù, tanto da crocefiggerlo fuori dalle mura. Proprio dal fallimento, dall’essere schiacciato come le olive nel frantoio della croce, fa fluire l’olio, balsamo per sanare le ferite, per fasciare i cuori malati, per rendere lieti ed aprire le labbra al canto delle Beatitudini di una vita nuova.
Gerusalemme è riedificata dal Crocifisso e Risorto che, rientrato in città, appare ai suoi.
Non è un fantasma, è il Vivente. Gesù è il Vivente nella mia, nella tua esistenza, in quella dell’umanità. Gesù è come l’aria che respiriamo, prendiamone coscienza, accogliamo la Sua presenza, per respirare a pieni polmoni una rinnovata quotidianità. Apro con voi il cuore alla gioia, le labbra all’Alleluia pasquale.
Un abbraccione,
Paolo Maria
fratello priore
Documento completo (PDF): JCQ_4_2021