Lettera di Eric ai fratelli del mondo intero, 15 ottobre 2020

FRATERNITÀ SACERDOTALE JESUS CARITAS

LETTERA DI ERIC AI FRATELLI DEL MONDO INTERO

Dumaguete City, Philippines, 15 Ottobre 2020

Carissimi fratelli,

pace e amore a voi tutti in questo periodo di pandemia!

Come Maria di Magdala che annuncia la resurrezione di Gesù agli undici, mi sento abbattuto ma sono pieno di una grande gioia per quanto sto per dirvi. Il Cristo risorto, preparando i fratelli ad accogliere la buona novella, chiese a Maria “di andare a dire ai miei fratelli che dovevano andare in Galilea. Là mi vedranno” (Mt 28, 10). La Galilea è il luogo scelto da Gesù per essere visto nella sua serena ma gloriosa apparizione dopo il suo doloroso trapasso. E’ anche luogo di incontro, di trasformazione e rinnovato impegno a seguirlo oltre l’evento della passione. Mentre si raccontavano le loro inquietudini per il futuro, la loro confusione e il loro senso di colpa per tutto quello che era accaduto, Gesù venne in mezzo a loro. Li condusse pazientemente a vedere con occhi nuovi le loro piccole storie di disillusioni e di dolore alla luce della più grande storia del Regno di Dio. E’ dopo aver sperimentato il perdono e la pace di Dio nel Cristo risorto che i fratelli sono stati segnati in modo permanente da una rinnovata gioia e un intrepido coraggio per gridare l’Evangelo con la loro vita e anche col proprio martirio.

Allo stesso modo Gesù ci invita ad andare nella Galilea delle nostre fraternità – locale, nazionale, regionale e internazionale – e a rivedere l’evento di Cristo nel nostro mondo e nella nostra storia. Nello stesso spirito, permettetemi di condividere con voi alcune proposte, stimoli alla riflessione e all’azione riguardo alle nostre attività in preparazione alla celebrazione e alla post-celebrazione in occasione della canonizzazione di Fr Charles. Queste proposte provengono dai nostri incontri online con il team internazionale. Speriamo che entreremo tutti insieme e individualmente in una dimensione di gratitudine, di gioia e di rispetto per questo dono. Possa questo stesso dono generare rinnovamento, radicamento e un rinnovato impegno per noi che siamo ispirati dalla vita e dalla testimonianza di Fr Charles. E’ importante sottolineare che celebriamo questo dono con gli altri membri della famiglia spirituale.

Allora, come celebreremo la canonizzazione di Fr Charles? Anche se la data non è stata ancora fissata riteniamo che sia importante pianificare e organizzare la nostra gratitudine e la nostra gioia. Prima di tutto permettetemi di porvi questa domanda: Che importanza ha la canonizzazione di Fr Charles per te che segui la sua spiritualità? Come la comprendi? Posso invitarti a porti questa domanda per un certo tempo e a comprendere molto bene il valore che ti inspira questo evento?

Il tuo discernimento personale e quello degli altri, una volta condiviso e ascoltato, potrebbe ispirare la nostra pianificazione creativa e la celebrazione dell’evento.

Siamo fermamente convinti che questa canonizzazione non consista nel glorificare Fr Charles. Sarebbe completamente contrario a ciò per cui lui è vissuto. Si tratta piuttosto di suscitare e attuare un rinnovamento nella chiesa, nel nostro mondo, nel clero facendo leva sul carisma, l’intuizione, il messaggio e l’eredità di Fr Charles. La nostra Chiesa, oggi, attraverso la coraggiosa guida di Papa Francesco, si orienta verso la missione nelle periferie, una rinnovata evangelizzazione, la cura della nostra casa comune, la costruzione di fraternità umane per la pace mondiale. La pandemia ha rivelato un virus più complesso che scava un fossato ancora più profondo tra ricchi e poveri, accresce le tensioni tra i leaders politici del nostro mondo, l’economia di mercato che travalica la responsabilità umana ed ecologica, la cultura che è diventata veloce e ampia con le informazioni digitalizzate ad altissima velocità. Il clero diocesano ha bisogno di una icona che ispiri una più grande radicalità nel vivere il Vangelo e una spiritualità che fondi il nostro ministero sui cammini non convenzionali di Gesù a Nazaret. Fratel Carlo è sempre stato e sempre sarà un testimone che nostra Gesù. Proprio perché lui ha vissuto ciò in cui credeva appassionatamente, siamo invitati a riprendere il cammino che lui ha percorso con lo stesso amore e la stessa intensità fino al nostro ultimo respiro.

Ecco, allora, le nostre umili proposte.

1) La canonizzazione non sia semplicemente un evento di un solo giorno, ma un processo prolungato caratterizzato da tre diverse fasi: PREPARAZIONE, CELEBRAZIONE, PERIODO DOPO LA CANONIZZAZIONE.

2) Invitiamo ogni laico, religioso, diacono, vescovo a partecipare ai nostri cammini locali, nazionali, regionali e internazionali di riflessione, di preghiera e di azione, se possibile con gli altri membri della famiglia spirituale.

3) Nella nostra fase di preparazione saremo guidati dai seguenti temi per un discernimento personale e comunitario:

• La situazione dei poveri nel nostro mondo oggi (Fernando Tapia)
• La biografia di fratel Charles e il suo valore oggi (Honoré Savadogo)
• Elementi essenziali della spiritualità ispirata da fratel Charles e il suo valore oggi (Tony Lanes)
• Il nostro modo di evangelizzare ispirato dalle testimonianza di fratel Charles (FernandoTapia)
• Dialogo interreligioso secondo la via e l’intuizione di fratel Charles (Jean François Berjonneau)

I testi saranno disponibili ogni settimana sul nostro sito Web – www,iesuscaritas.org.

Leggiamo, riflettiamo, preghiamo e agiamo attraverso questi gioielli di Fr Charles.

Faccio un umile appello ai responsabili continentali perché motivino i responsabili nazionali e locali a cercare sul nostro sito Web questi documenti in modo che possiamo bere tutti insieme dalla stessa fonte.

Possano le nostre riflessioni far nascere liturgie creative, azioni missionarie e di solidarietà verso le periferie a livello locale, nazionale, regionale e continentale, possibilmente in collaborazione con gli altri membri della Famiglia Spirituale.

4) Il giorno precedente la canonizzazione, l’Associazione Spirituale della Famiglia Charles de Foucauld organizzi una veglia a Tre Fontane e, il giorno successivo la canonizzazione a San Pietro, ci sarà una messa di ringraziamento presieduta da Mons John MacWilliam il vescovo del Sahara. Ulteriori dettagli saranno forniti non appena sarà fissata la data della canonizzazione.

5) Nel periodo che segue la canonizzazione, annunciamo con zelo Fratel Charles e la sua spiritualità organizzando delle settimane di Nazaret per i giovani e per i preti interessati e facilitando il Mese internazionale di Nazaret, secondo la lingua.

Grazie tante. Possa il nostro Fratello Universale San Charles de Foucauld intercedere per noi perché possiamo crescere in creatività e coraggio come zelanti discepoli di Gesù a Nazaret oggi.

Vi partecipo l’affetto fraterno dei membri dell’equipe internazionale.

Vostro fratello e servo

Eric LOZADA

PDF: Lettera di Eric ai fratelli del mondo intero, 15 ottobre 2020 it

Il cardinale Philippe OUÉDRAOGO presidente del Symposium di Conferenze Episcopali dell’Africa e Madagascar

Burkina Faso. Il cardinale Philippe OUÉDRAOGO, della nostra fraternità, eletto presidente del Symposium di Conferenze Episcopali dell’Africa e Madagascar.

https://translate.google.com/translate?hl=&sl=fr&tl=it&u=https%3A%2F%2Fafrica.la-croix.com%2Fle-cardinal-burkinabe-philippe-ouedraogo-a-la-tete-de-lepiscopat-dafrique-et-de-madagascar%2F

https://translate.google.com/translate?hl=&sl=es&tl=it&u=https%3A%2F%2Fwww.religiondigital.org%2Fmundo%2Fcardenal-Ouedraogo-elegido-presidente-SECAM-religion-africa_0_2144785517.html

Diario italiano, dezembro 2018

Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Num 6, 24-26)

Abbiamo iniziato il nuovo anno accogliendo su di noi, e riversandola sui nostri fratelli in umanità, la benedizione che il Signore ha affidato ai figli di Aronne perché la dispieghino sul popolo e perché, attraverso Israele, raggiunga tutte le genti e l’intera umanità possa sentirsi avvolta, ancora oggi, dall’abbraccio e dalla cura amorosa di Lui, nostro Padre.

Il nostro beneamato Signore e fratello Gesù di Nazaret è davvero quella benedizione per tutte le genti, perché è davvero ebreo, figlio del Popolo Santo di Dio, nato da donna, nato sotto la Legge, circonciso all’ottavo giorno. Dio è fedele alla storia, alla nostra storia, ed è entrato nel tempo in cui siamo immersi con le sue promesse e le ha realizzate in Cristo, ed in Lui ancora promette compimento.

La benedizione di Dio non è semplicemente una formula con cui proviamo a darci e a dare coraggio per attraversare la notte che tenta di avvolgere la vita, ma dice soprattutto il curvarsi amoroso di Dio su di noi, il suo coinvolgimento nella nostra storia, tutta la sua prossimità alle nostre vite.

Oggi si parla tanto della custodia del creato e se si deve, giustamente, custodire lo spazio in cui viviamo e che condividiamo con i nostri compagni di esistenza perché non sia inquinato o distrutto, credo sia altrettanto nostro dovere custodire il tempo perché non sia inquinato. L’Eterno come ha santificato la nostra carne e la materia di questo mondo portandola nel seno di Dio, così, allo stesso modo, ha santificato il tempo abitandolo, entrando nel nostro divenire, nel nostro quotidiano di esseri in cammino. Il tempo lo si custodisce se lo riempiamo di senso, di vita vera, di relazioni autentiche, di umanità palpitante e capace di condivisione, di compassione, di con-vivenza…

Il tempo lo si inquina o addirittura lo si uccide se lo riempiamo di non-senso, se lo lasciamo semplicemente scivolare addosso, se diventa solo quel krònos che tutto divora e che, alla fine, divora anche noi. Ma attenzione, il tempo perduto o sprecato non è quello in cui, secondo il mondo, non produciamo, non facciamo qualcosa di “utile”. Il tempo sprecato non è quello della festa, del riposo, del gioco, della gioia… Il tempo sprecato è quello che si perde vivendo solo per se stessi e dimenticando gli altri, è quello che ci schiaccia e ci trasforma in semplici ingranaggi di un meccanismo perverso di produzione e di consumo in cui l’uomo è smarrito e disumanizzato.

Benedetti da Dio anche noi siamo chiamati ad essere benedizione per i fratelli con lo stesso stile di Gesù e questo significa abitare la terra con la sua stessa passione e il suo stesso desiderio di dare carne all’umanità così come dall’in-principio il Padre l’ha sognata… Gli uomini, e forse anche noi tentatati dalla logica del mondo, vorrebbero un Dio potente che risolva tutti i problemi e le asperità della vita e invece Lui viene impotente al punto che bisogna prendersi cura di Lui! E allora o lo accogli con amore e ti fidi di quella debolezza sconcertante, o Lui si fa da parte.

L’augurio più vero che dobbiamo farci è proprio questo: curare la sua presenza in noi; lasciare che la Parola che in un giorno benedetto ci ha consegnato sia luce sul nostro cammino; curare la memoria di quel Volto che in un attimo santissimo della nostra vita ci ha fatto intravedere; curare la sua fragile potenza in noi. Curare quella santa presenza in noi al punto da donargli la nostra carne, la nostra concreta esistenza perché possa ancora dire l’Evangelo al mondo, a questo nostro mondo. E in noi lo dirà ancora una volta nel suo stile, nella fragilità delle nostre vite imperfette e a volte incompiute… quel che sarà necessario perché siano vite capaci di narrare l’Evangelo è che siano vite donate liberamente e per amore. Così, anche se fragili, saranno racconto credibile di quell’Evangelo, di quella bella notizia che è gloria di Dio e pace per tutti gli uomini amati da Lui. Non è questo, oggi, vivere lo stile di Nazaret?

In questi giorni accompagniamo con la preghiera i nostri fratelli che saranno a Cebu, nelle Filippine, per l’Assemblea internazionale. La nostra fraternità sarà rappresentata da don Secondo e avremo modo di riflettere su quanto avverrà già nel nostro incontro dopo Pasqua. Comincio a pensare che forse sarebbe il caso, in quella occasione, di tornare a riconsiderare la scelta, fatta a suo tempo, di alternare esercizi ed assemblea nel mese di novembre…

Intanto affido al Beato frère Charles le nostre fraternità e le comunità a noi affidate e ciascuno di noi in particolare.

Leggere l’intero documento (PDF): Diario 123