Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, novembre 2024

Carissimi, correva l’anno 2012 e durante l’Oratorio estivo con i bambini, avevamo chiesto di scrivere delle letterine a Gesù sull’esempio di Nennolina (Antonietta Meo, bambina morta nel 1937 a quasi sette anni, della quale è in corso la causa di beatificazione) e una bambina scriveva:

Caro Gesu’, oggi ti voglio raccontare la mia prima importante comunione. Per me la comunione e’ un evento molto forte e intenso tra me e Gesu’. La cosa piu’ bella di questo evento e’ quando ho preso l ’ostia, cosi’ mi sono sentita a casa, accolta come una persona unica e importante. L’ostia e’ il tuo corpo, quindi io ti ho accolto come tu hai fatto con me in questi dieci anni.

Cosi’ mi hai donato la speranza che questo mondo cambiera’ e la pazienza di aspettare un minimo cambiamento. Oltre mi sono ancor piu’ allegrata quando ho potuto abbracciare i miei parenti, che purtroppo vivendo lontano, non vedevo da tanto. JesusCaritasQ 11/2024 – 2

Per adesso, ti chiedo di proteggermi e di proteggere anche la mia famiglia che amo. Si’, anche le persone che mi stanno antipatiche. Perche’, come me, devono essere perdonate da te e avere un’altra opportunita’ per esprimersi. Fa’ salire tutti sulla tua arca per la salvezza.

Bacioni , S.S.

PS Come sta Maria (la tua mamma)? Spero bene, voglio bene anche a Lei e ricordati di fare compagnia al nonno.

Volevo scrivere qualcosa sulla Speranza, il tema dell’ormai vicinissimo Giubileo e la letterina ci parla proprio di questo!

Quando pensiamo alla Speranza ci ricordiamo deglistriscioni appesi sui balconi durante il Covid: “andrà tutto bene”.

Papa Benedetto XVI scrivendo una bellissima lettera sulla Speranza, intitolata Spe Salvi, cercava di aiutarci a capire cosa fosse la vera Speranza con la S maiuscola e diceva:

In questo senso è vero che chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo è senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita. La vera, grande
speranza dell’uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio – il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora «sino alla fine», «fino al pieno compimento».

La vera Speranza è solo quella che viene da Dio! E S.S., la bambina del 2012 (che ora magari starà facendo l’Università), lo aveva capito bene facendo la prima comunione. È il sentirti amato da Gesù che ti fa conoscere la Speranza vera, è il sentirti custodito da Lui che ti fa sperare.

Riprendo due pezzetti della letterina: «La cosa più bella di questo evento è quando ho preso l’ostia, così mi sono sentita a casa, accolta come una persona unica e importante. L’ostia è il
tuo corpo quindi, io ti ho accolto come te hai fatto con me in questi 10 anni. Così mi hai donato la speranza che questo mondo cambierà e la pazienza di aspettare un minimo cambiamento». Roba da Santi scrivere queste cose, solo un bambino poteva riuscirci: sentirsi amati come una persona unica e importante…questo ti dona la Speranza vera!

E poi: «ricordati di fare compagnia al nonno». Ecco la Fede autentica da bambini che dovremmo desiderare per noi… un Dio al quale chiedere di fare compagnia a nonno che sta in Paradiso!

Allora impariamo dai bambini la Speranza e godiamocela!

Gabriele, fratello priore


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, ottobre 2024

Carissimi, visto il tempo che viviamo, immersi in un clima di violenza e di guerra, e viste le richieste di pregare per la pace che provengono da molte parti (ringraziando Dio) e soprattutto da papa Francesco, mi viene spontaneo riflettere su una cosa: ma a che serve pregare?

Confesso che a volte penso: ma tanto prego o non prego Dio poi fa quello che vuole (d’altra parte Dio è Lui e non io)… allora che prego a fare? Altre volte mi viene in mente Michela, una bambina di Roma (che ora però avrà una quarantina d’anni), che in un incontro di catechismo mi stupì con una frase epica! C’era un battibecco durante la catechesi tra due ragazzine (una era lei); la stessa Michela era scandalizzata dal problema della sofferenza e si chiedeva come mai Dio non intervenisse davanti a certe cose; l’altra voleva difendere Dio e diceva: «Ma con tanti miliardi di persone come fa a stare dietro a tutti? Qualcuno gli sfugge, bisogna capirlo». A questo punto Michela ha risposto: «Se sapeva di non farcela non si doveva prendere la responsabilità»! Come si fa a darle torto?


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, settembre 2024

Carissimi,

ormai ho imboccato il “filone mistico” e non lo mollo. Mi prendeva così in giro un amico prete (anzi, per dirla tutta, il vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Ernesto) pochi giorni fa dopo aver letto l’ultimo numero di Jesus Caritas Q. In effetti è una pretesa grande la mia, di parlare di cose serie e grandi come la preghiera, però mi ispirano Sassovivo e il suo silenzio.

Anche se purtroppo devo constatare che per molti l’Abbazia è solo un monumento bello da sfruttare per altri scopi: qualcuno, ad esempio, ci ha chiesto di usare il Chiostro per fare un rinfresco (ovviamente la risposta è stata no), ed è capitato che, senza nessun preavviso, qualcuno si sia messo nel Chiostro a fare manifestazioni chiassose. Penso che i monaci di Sassovivo, qui sepolti, si rivoltino nella tomba. Ma tant’è! Il Chiostro ormai non si percepisce più come uno spazio chiuso da dove contemplare il cielo, come un luogo separato dal clamore del mondo e riservato alla preghiera, ma come una bella location per fare le cose più disparate. Prendo atto, ma non mi arrendo e non ci arrendiamo nel difenderlo! Per questo dal mattino alla sera diffondiamo nel Chiostro musica e canto Gregoriano… e molti percepiscono l’armonia tra Chiostro, silenzio e preghiera.


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, agosto 2024

Tutti contemplativi
Basta fidarsi

Qualche giorno fa, incontrando a Sassovivo un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica della diocesi di Vicenza, un’educatrice mi ha chiesto: «Dal momento che i ragazzi saranno chiamati nelle prossime ore a fermarsi in preghiera, ci potresti dire qualcosa sulla contemplazione?» Che domandone, certamente venendo in un’Abbazia, trovando un luogo così bello e silenzioso, pensavano anche di trovare un monaco che se ne intendesse del settore contemplazione! E lo chiamo settore perché già la parola così pomposa fa pensare a specialisti che se ne intendano.

Normalmente si pensa al contemplativo come a uno un po’ sulle nuvole, distaccato dalle cose del mondo, certamente magro (perché mangia poco… e scondito), con l’aspetto austero (perché ride raramente), che parla poco e lentamente e magari anche complicato, che vive in luoghi appartati immersi nella natura. Insomma, un animale raro!


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, luglio 2024

Carissimi,

Sassovivo è nota per il silenzio. Basta arrivare qui e chiunque resta stupefatto dal silenzio e dalla bellezza del bosco di lecci, che è l’unico che fa un po’ di rumore con le sue foglie sempre verdi e da dove provengono anche i versi degli animali che lo popolano. A noi fratelli piacerebbe che oltre a questi rumori, chi arriva possa ascoltare il rumore della Parola di Dio, favorito proprio dal silenzio di Sassovivo.


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