Il silenzio, pace dell’anima. Fr Gian Carlo, jc

IL SILENZIO VERO VIENE DA DIO

Dobbiamo amare il silenzio interiore ed esteriore. Il silenzio in se stesso non è un bene. Noi siamo fatti per le relazioni, la condivisione delle parole, lo scambio delle idee e dei sentimenti.
Il silenzio del taciturno è un rifiuto e perciò tutt’altro che un valore!
Il silenzio che nasce dalla fatica ha solo bisogno di sonno, necessità di riposo.
Il silenzio disciplinare non permette alla libertà e all’amore di esprimersi.
Il silenzio dell’imbronciato non genera la fiducia, si avverte il rifiuto all’apertura.
Il silenzio “cabalistico” o giù di lì, rotto solo da pezzetti di carta con il silenzio per principio, infine, è sterile.
Non sono questi i tipi di silenzio che vogliamo. Il vero silenzio è il silenzio che viene da Dio. Lui solo è il Maestro di tutta la vita interiore. Lui solo può donarci un’anima da discepoli. Il silenzio è la pace dell’anima. Il silenzio, come l’acqua del battesimo, fa in noi opera di morte e opere di vita.

In negativo: ci preserva dall’uomo vecchio mettendo sotto controllo la lingua e quanto essa causa. Con il silenzio evitiamo la critica, la menzogna, la banalità.
In positivo: ci aiuta a conoscerci, ad avvicinarci a Dio, ad introdurci nella preghiera ed a prolungarla sulla strada, nel lavoro, soprattutto ci aiuta a trovare e dire “parole giuste al momento giusto”.

“Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo” (Giacomo 3,2).
C’è un silenzio interiore: dobbiamo trovare luoghi e momenti. È necessario, ad esempio, il grande silenzio della sera. È stato scritto:
“Se il silenzio dipendesse dalle teorie di ciascun uomo, non sarebbe mai vissuto”.
“In una vita di lavoro e di impegno pastorale, il silenzio, nei suoi tempi diventa vitale per la vita della Comunità”.
“Uno dei mali dell’uomo moderno è di aver perso il gusto e la possibilità del silenzio. Uno dei migliori servizi che possiamo fargli è quello di aiutarlo ad avere silenzio”.
“Non si può parlare di vita religiosa e tanto meno contemplativa e addirittura di vita cristiana senza silenzio”.
Il silenzio è il segreto dell’amore di Dio”.

PDF: Il silenzio, pace dell’anima. Fr Gian Carlo, jc

Piccolli fratelli Jesus Caritas, maggio 2021

Carissimo frere Charles, la Provvidenza ti ha messo sul mio cammino facendomi apprendista nel tuo seguire Gesù. Non ti ho scelto, sei stato un dono di Dio.

Lunedì 3 maggio 2021 Papa Francesco ha convocato il concistoro ordinario pubblico, nel quale sei stato dichiarato Santo.

Che dirti? Che dire? Il giorno della tua beatificazione, il 13 novembre 2005, quando nella Basilica di San Pietro ho visto l’arazzo con la tua immagine alla sinistra dell’altare del
Bernini, ho avuto una sensazione particolare. La mia guida, il mio compagno di viaggio non apparteneva più solo alla mia persona, alla comunità di cui sono membro, a quanti fanno
parte della sua famiglia spirituale e a coloro che ne seguono il messaggio, ma era dato per tutta la Chiesa.

Leggete il documento completo (PDF): JCQ_5_2021

Piccolli Fratelli Jesus Caritas, aprile 2021

Respirare a pieni polmoni una rinnovata quotidianità

Carissimi,

anche quest’anno, come quello passato, siamo entrati a Gerusalemme attraverso la porta stretta della prova, della sofferenza, della fragilità, della precarietà. Quello che è importante però è aver fatto l’ingresso nella città santa con Gesù, perché il farci precedere da Lui, buon pastore dell’umanità, apre i nostri passi al cammino della speranza. Speranza che per noi cristiani ha un volto ed un nome: Gesù, il Crocifisso e Risorto. Gli apostoli nel vedere Gesù Risorto sono sconvolti e pieni di paura e credono di vedere un fantasma.

Gesù risponde loro: «Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho» (Lc 24,39).

Quanti fantasmi, quante allucinazioni, quante apparenze abitano a volte la nostra mente e le nostre città. Si avverte la necessità di un percorso d’igiene mentale e di un itinerario di autenticità per guardarsi negli occhi, aprirsi alla fraternità avendo come riferimento la giustizia, perché possa fiorire la pace.

Nel cenacolo il gorgogliare dell’acqua nel catino, i piedi degli apostoli lavati, asciugati, baciati dal Maestro, sono il segno di un’umanità nuova, la cui cifra è nel prendersi cura, nel servire. Questa è la bellezza di Gesù, del Vangelo: un cuore puro capace di amare, fino al dono totale sul legno della croce.

Gerusalemme era a quel tempo come sono oggi le nostre città, popolata di fantasmi: una religione posseduta dagli uomini, impossibilitata a salvare perché avvolta da legalismi, una politica dominata dagli interessi del potere, sia quelli dell’impero romano che quelli locali.

La città santa non riconosce e non accoglie Gesù, tanto da crocefiggerlo fuori dalle mura. Proprio dal fallimento, dall’essere schiacciato come le olive nel frantoio della croce, fa fluire l’olio, balsamo per sanare le ferite, per fasciare i cuori malati, per rendere lieti ed aprire le labbra al canto delle Beatitudini di una vita nuova.

Gerusalemme è riedificata dal Crocifisso e Risorto che, rientrato in città, appare ai suoi.

Non è un fantasma, è il Vivente. Gesù è il Vivente nella mia, nella tua esistenza, in quella dell’umanità. Gesù è come l’aria che respiriamo, prendiamone coscienza, accogliamo la Sua presenza, per respirare a pieni polmoni una rinnovata quotidianità. Apro con voi il cuore alla gioia, le labbra all’Alleluia pasquale.

Un abbraccione,
Paolo Maria
fratello priore

Documento completo (PDF): JCQ_4_2021

Picolli Fratelli Jesus Caritas, marzo 2021

Carissimi,

viviamo il tempo quaresimale con lo sguardo rivolto alla Pasqua per poter rinnovare la nostra adesione al Cristo crocifisso e risorto e divenire cantori di una vita nuova. Le ceneri, segno penitenziale, memoria della nostra creaturalità – e per ciò stesso bellezza di poter accedere alla novità del Vangelo, al volto di Gesù –, quest’anno per la comunità di Sassovivo sono state caratterizzate dalla visita del “Covid 19”.

Il virus, come per tante famiglie, ha abbracciato interamente la nostra fraternità anche se con esiti diversi. Leonardo è stato il fratello maggiormente colpito, al punto di essere ricoverato per tre settimane in terapia intensiva. Ringraziando il Signore è tornato in comunità e ha iniziato il percorso della fisioterapia. Siamo grati a quanti ci sono stati vicini con la preghiera e l’amicizia. L’esperienza vissuta mi ha confermato, all’inizio del cammino verso la Pasqua, nel considerare la precarietà della vita e l’impegno a compiere ogni giorno tutto il bene possibile. L’esistenza è un battito di ciglia o ancora meglio, come dice il salmo 90,4: «Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte».

Lo sguardo si volge all’eternità di Dio, di cui Gesù attraverso la Pasqua ci rende partecipi. Nonostante la nostra caducità, precarietà, siamo chiamati dall’amore di Dio, all’eternità. Il pellegrinaggio terreno è così breve che non possiamo permetterci omissioni nell’essere buoni, nel tirare fuori la parte migliore di noi stessi.

Quaranta giorni nel deserto quaresimale per andare all’essenziale e passare dall’io al noi, dal mio al bene comune. Nei nostri esami di coscienza molto spesso ci dimentichiamo delle omissioni: quanto bene avrei potuto fare e non ho fatto. Siamo come il sacerdote e il levita della parabola del buon samaritano, che passano accanto ma non si fanno prossimi dell’uomo sul ciglio della strada derubato e malmenato.

Non bastano più i pii propositi nati dal nostro sentire e dal nostro volontarismo, è tempo di non strisciare l’esistenza ma di accogliere tutte le possibilità per amare e divenire testimoni dell’Eterno.

Essenzialità anche nel nostro rapporto con Gesù. Non moltiplicare il fare ma privilegiare l’essere. Non tante parole ma silenzio, grembo fecondo dell’ascolto. Non pratiche religiose ma un rimanere in Gesù come il tralcio nella vite della similitudine evangelica.

La notte è trascorsa e sul cuscino rimane qualche resto di cenere a ricordarmi il mio essere polvere e l’invito a conversione, bellezza di Gesù e del suo Vangelo, accesso all’eternità del Creatore. È il tempo che passa e la Luce si avvicina, non possiamo non amare.

Un abbraccione,
Paolo Maria
fratello priore

PDF: Picolli Fratelli Jesus Caritas, marzo 2021