ormai ho imboccato il “filone mistico” e non lo mollo. Mi prendeva così in giro un amico prete (anzi, per dirla tutta, il vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Ernesto) pochi giorni fa dopo aver letto l’ultimo numero di Jesus Caritas Q. In effetti è una pretesa grande la mia, di parlare di cose serie e grandi come la preghiera, però mi ispirano Sassovivo e il suo silenzio.
Anche se purtroppo devo constatare che per molti l’Abbazia è solo un monumento bello da sfruttare per altri scopi: qualcuno, ad esempio, ci ha chiesto di usare il Chiostro per fare un rinfresco (ovviamente la risposta è stata no), ed è capitato che, senza nessun preavviso, qualcuno si sia messo nel Chiostro a fare manifestazioni chiassose. Penso che i monaci di Sassovivo, qui sepolti, si rivoltino nella tomba. Ma tant’è! Il Chiostro ormai non si percepisce più come uno spazio chiuso da dove contemplare il cielo, come un luogo separato dal clamore del mondo e riservato alla preghiera, ma come una bella location per fare le cose più disparate. Prendo atto, ma non mi arrendo e non ci arrendiamo nel difenderlo! Per questo dal mattino alla sera diffondiamo nel Chiostro musica e canto Gregoriano… e molti percepiscono l’armonia tra Chiostro, silenzio e preghiera.
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