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Mese: dicembre 2015
(Français) Aux amis du diocèse 16
(Español) Mariano PUGA, feliz Navidad
Lettera di Aurelio Fraternità Italia, 21 dicembre 2015
Cari fratelli,
ho condiviso con la fraternità di Bari e Otranto, e con la fraternità internazionale di Roma in questi giorni, accompagnati sempre da Secondo, mio fratello maggiore, e ospitato dalle piccole sorelle di Gesù alle Tre Fontane – la nostra famiglia permanente a Roma – e il centro di Agimi a Maglie. Sono stato in famiglia con Donato, a Martano, la condivisione dell’Eucaristia con lui e Secondo, la cena con i suoi amici a casa di Antonio e Claudia, Mª Rossaria e Alfredo, con suo figlio Aurelio, partecipando della propria vita ordinaria. Ricordo con affetto mio omonimo Aurelio, di nove anni, che durante l’Eucaristia mi ha fatto un disegno, senza che nessuno sia più saggio, que poi mi ho dato nella sacrestia con suo padre, molto felice di chiamare noi uguale.
Ma, soprattutto, essere con Giuseppe nell’ospedale di Tricase, nutrito e coccolati dalla piccola sorella Liccia, e il volontariato multinazionale de Agimi, che li considera come un genitore o un fratello maggiore. Mi sentivo piena fraternità, la famiglia che si prende cura di un membro amato con problemi di salute, ho visto fratello Carlo a piedi attraverso i corridoi dell’ospedale e dell’ambiente di Agimi, a tavola con Ada e i due amici del Pakistan; ho contemplato il lavoro Giuseppe, non solo in casa, il giardino: c’è molto di più, che può essere visto solo nel mistero dell’incarnazione con gli emigranti, coloro che non dispongono di un paese, che Giuseppe e la sua organizzazione hanno fatto suoi fratelli con la acollenza, supporto, ospitalità… I giovani, che scoprono i valori del Vangelo nel senso della loro vita e chiamate a costruire un mondo migliore, senza i confini del colore della pelle, lingua, nazionalità o religione… Grazie mille, Giuseppe, di presentare Gesù dalle tracce di Carlo de FOUCAULD, per realizzare la fraternità universale nelle cose piccole e grandi. La fraternità nel mondo, oggi, vuole essere un altro braccio di supporto, come il braccio del tuo amico afgano che ti vuole come suo padre. Ancora una volta, ho contemplato la misericordia sull’anima dei buoni figli dell’Islam, e Agimi è un esempio del Vangelo in questo Anno di Misericordia dell’incontro tra cristiani e musulmani.
Mi è piaciuto a Agimi con il fraternità di Bari e Otranto nell’incontro dei fratelli, dividendo il tavolo e visitando Giuseppe. Grazie per essere venuti da lontano e vi ringrazio per essere fraternità: a cuore, con la verità, con lavoro ogni giornata di e la consegna al popolo con il messaggio di Gesù con le parole e la vita.
Sono stato contento di trovare giovani sacerdoti che sono nella fraternità come nuovo sangue e segni di una Chiesa che cammina tra le ombre e le gioie.
Grazie a Udino, responsabile della fraternità internazionale di Roma, con la preparazione della riunione del 16 dicembre nel pomeriggio, cambiando la data della riunione in modo io che potrei essere. Mi ha dato grande gioia ritrovare questi fratelli di varia nazionalità, al momento della preghiera, condividendo i nostri cuori con il Signore e ascoltare la sua Parola, mettere sul tavolo le semplici cose della nostra vita e la cena che ha sostituito i molti documenti che lo hanno occupato. È un altro esempio di fraternità universale, come in una piccola assemblea mondiale, non per prendere decisioni, ma per sentirsi veramente fratelli. Grazie per le piccole sorelle di Gesù alle Tre Fontane, che sempre ci trattano come famiglia.
Vorrei che in questo Anno Giubilare della Misericordia, le chiamate del papa Francesco a vivere dalle opere di misericordia non diventano su rituali ed eventi, solenni liturgie o atti che lenito la coscienza, ma che sono, soprattutto, amore e bontà ai più poveri. Vi auguro anche un Santo e felice Natale qui festeggia un Gesù Piccolo, umile e incarnato in questa umanità di cui siamo parte e sentirsi amati da lui dal betlemme di ogni casa, ospedale, prigione, luogo di rifugiati o barca cercando di attraversare il Mediterraneo per avere un futuro migliore.
A tutti i fratelli d’Italia, per i fratelli e le sorelle di Agimi, per le piccole sorelle di Tre Fontane, gli amici di Martano, un grande e fraterno abbraccio.
Aurelio SANZ BAEZA, fratello responsabile
(disegno originale di Aurelio SICURO, Martano)
Perín, Cartagena, Murcia, Spagna, 21 dicembre 2015
(Scuse per il mio italiano surrealista e sbagliato; grazie)
(Español) Adventsbrief 2015, broeder verantwoordelijke
(Português) CELEBRACIÓN DE LA APERTURA DEL CENTENARIO DE CARLOS DE FOUCAULD EN APARECIDA, BRASIL
Lettera d’Avvento 2015, fratello responsabile
Carissimi fratelli,
con l’Avvento ci è dato un tempo speciale per il nostro rinnovamento personale e comunitario dei valori che abbiamo bisogno di integrare nella nostra vita: attendere il Messia preparando la casa interiore, attenderlo insieme ai fratelli e sorelle delle nostre comunità preparando uno spazio aperto all’accoglienza, senza chiuderci nella paura, nei pregiudizi e nel sentirci unici nel fare bene le cose; attenderlo con gioia perchè il Bambino di nuovo si fa bambino e non adulto; attenderlo in questo Anno della Misericordia, in questo anno anche del Centenario della Pasqua di fratel Carlo, che gli uomini siano misericordiosi e che non causino danno, morte, sofferenza, sia a causa dei fondamentalismi religiosi o del disprezzo della vita altrui e dei loro diritti. I valori della pace, il dialogo, il perdono, la tolleranza, la misericordia sono poco coltivati nel nostro mondo. Li affermiamo solo quando si avvicina il pericolo o vengono meno i nostri previlegi. Abbiamo a volte la sensazione che nulla può cambiare o che tutto va peggiorando. Papa Francesco ci invita ad uscire dai nostri pessimismi, sconfitte e sfiducie… Che il Messia ci porti questa pace, la fine delle sofferenze dei rifugiati, la fine del traffico d’armi, degli esseri umani, della droga e della ricchezza che impoverisce i più poveri. Che il Messia di Dio nasca nella Maria dei più poveri e umili una volta ancora e che si possano ricuperare la gioia, il diritti umani, il pane e il sorriso. Che triste vedere in questi giorni famiglie che si scambiano con armi in mano, anche bambini, gli auguri di Natale con i propri amici o familiari. Triste e patetico, ma reale.
L’Avvento è un tempo propizio per la giornata di deserto e per lasciarci condurre dal Signore: tempo di speranza e di rinnovamento interiore. Il deserto ci colloca al nostro posto, coscienti dei nostri limiti e miserie. Il deserto nell’Avvento ha il sapore dell’attesa dell’amico o del familiare nella stazione del treno o dell’autobus o nell’aeroporto; vediamo Geù scendere dalla scaletta o apparire insieme a molta gente con il suo leggero equipaggio e alzando la mano per dirci “sono quì, grazie per aspettarmi, per venire ad accogliermi”. “In nessuna parte si può ascoltare meglio che nel deserto la chiamata di Dio per cambiare il mondo. Il deserto è il luogo della verità. Il luogo dove si vive dell’essenziale. Non c’è posto per il superfluo. Non si può vivere accumulando cose senza bisogno. Non è possibile nè lusso nè ostentazione. L’importante è cercare il cammino sicuro per orientare la vita”. (Commento di J.A. PAGOLA a Lc 3,1-6) Gesù è vicino.
Tutte le notizie che arrivano riguardo al Centenario dell’incontro definitivo con il Padre di fratel Carlo in tante parti del mondo, tra gente semplice nelle fraternità di tutta la Famiglia di Carlo di FOUCAULD, mi riempiono di gioia e di speranza; tutti siamo chiamati a vivere profondamente l’Abbandono; poter dire con il cuore in mano “fà ciò che tu vuoi”. Togliamoci la paura dell’inaspettato. Apriamo le porte a chi arriva. Vivere il Centenario secondo il carisma che ci unisce come Famiglia è coltivare amicizia con la gente, è stare con chi ha bisogno, è vivere secondo il Vangelo. Come vi abbiamo detto nella lettera inviata da Perín come equipe internazionale, è necessario entare in profondità nel messaggio della fraternità universale di Carlo di FOUCAULD, così necessaria per il nostro mondo e la nostra Chiesa, valorizzando tutto ciò che abbiamo ricevuto dai più umili e da coloro che soffrono dovunque siano.
Dobbiamo dire nelle nostre parrocchie che gli uomini di Dio, come fratel Carlo, hanno molte cose da insegnarci, soprattutto riguardo i messaggi tristi, superficiali o frivoli, e riguardo alla sicurezza personale o sul consumo e ostentazione. Carlo di FOUCAULD commenta così Mt 5,3 (“Beati i poveri di spirito perchè di essi è il Regno dei Cieli”): “¡Attendiamo! La salvezza è vicina; e il cielo è vicino… Una sola cosa basta: essere poveri di spirito… Povero di spirito è essere veramente povero nel profondo della nostra anima veramente spogliati di tutto, non solo dei beni materiali, del desiderio di se stessi, ma dimenticarsi di se stessi, avere il cuore vuoto di tutti i desideri terreni… Vuoti di tutto e pieni di Dio… Per Dio avremo questi desideri per gli altri… Ma tutto per Dio: solo Lui ci riempirà”.
Siamo stati in apprensione per la visita del papa Francesco in Africa, come messaggero di pace e di misericordia. Abbiamo condiviso il suo incontro con altre culture e con l’Islam; questo uomo coraggioso che porta Gesù là dove va, anche come capo di Stato in tutte le occasioni e circondato dalle forze di sicurezza, ci dà speranza e ci restituisce la gioia di lavorare per il Regno come presbiteri diocesani. La misericordia che ci offre con la sua vita e i passi che sta dando per rinnovare la Chiesa affinchè sia la Chiesa di Gesù, le difficoltà che trova dentro la stessa Chiesa ci rassicura che è opera dello Spirito. Uniamoci nella preghiera per lui e per tutto ciò che riceviamo da lui con la sua parola e la sua testimonianza in questo anno della Misericordia.
Uniamoci anche in preghiera affinchè le conclusioni del Sinodo della Famiglia facciano avanzare la Chiesa nella lotta per la vita, per la vita delle persone, per coloro che hanno sbagliato nel loro matrimonio, per quelle che sono mal viste per la loro condizione sessuale, per le persone che si sentono e sono cristiane ma che non seguono il modello stabilito. Tutti conosciamo divorziati, separati, gente di fede, e che fino ad oggi si sono sentiti emarginati dalla Chiesa. Potremmo pensare: ¿da quanti fratelli sacerdoti o amici o amiche siamo divorziati? ¿Perchè a volte consideriamo come nemici coloro che condividono il nostro ministero? ¿Chi rompe la comunità ecclesiale le idee o le persone che non ci piacciono che abbiano quelle idee o atteggiamenti?
Nel Sinodo della famiglia è stato presente non solo con la sua voce ma anche con il voto, Hervé JANSON, priore generale dei Fratelli di Gesù: vogliamo ringraziarlo per la sua testimonianza della famiglia di Nazaret e per il suo coraggio di rompere gli schemi “di buona condotta”.
Grazie, Hervé, per l’umiltà con la quale hai manifestato questa fraternità universale con i più piccoli, nella fedeltà al carisma di Carlos di FOUCAULD e come persona che vive il Vangelo nei luoghi più sperduti. Nazaret non è solo un riferimento per noi; è anche un modello di comunità domestica e parrocchiale di fraternità.
Ricordando i nostri fratelli infermi, ricordando i fratelli dei paesi in guerra, o in situazione di estrema povertà, ricordando tutti, vi auguro di cuore un Avvento di rinnovamento e un Natale in cui permettiamo a Gesù di farsi presente nella nostra vita, nelle nostre scelte, nelle nostre relazioni e nel nostro lavoro.
Vostro fratello
Aurelio SANZ BAEZA, fratello responsabile
Perín, Cartagena, Murcia, Spagna, 8 di dicembre di 2015,
solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, inizio dell’Anno della Misericordia
PDF: Lettera d’Avvento 2015, fratello responsabile, ITALIANO